25 luglio 2016
Il signore degli orfani - Adam Johnson
Ho cominciato questo libro avendo solo una vaga idea di cosa trattasse, sapevo che era ambientato in Corea del Nord ma per qualche motivo credevo si trattasse di un giallo. Sapevo anche che aveva vinto il Pulitzer e questo comunque ne giustidicava la lettura. Devo dire che ho scoperto un mondo terribile e affascinante allo stesso tempo. Con Il signore degli orfani si entra nel paese più chiuso del pianeta, la Corea del Nord appunto, si capisce come è organizzata questa dittatura dove il Caro Leader è visto come una divinità e può disporre a piacimento del bene o del male, se si invaghisce di una cantante d'opera giapponese si manda un commando a rapirla, i suoi luogotenenti rimangono fidati solo fino a quando gli conviene, e come tutti gli abitanti del paese sanno bene che un solo piccolo errore può costargli caro e farli spedire dritti nei terribili gulag "rieducativi" dove difficilmente ne usciranno vivi.
Il protagonista è un orfano di nome Jun Do che ricorda un po' il John Doe americano, ossia il personaggio comune, il "Mario Rossi", che per via di vicende assai complesse si troverà a prendere il posto di un famoso gerarca.
È difficile riuscire a sapere come funziona effettivamente la vita di tutti i giorni in Corea del Nord, tutte le immagini che ci arrivano sono edulcorate dal regime, Adam Johnson stesso, in un suo viaggio nel paese ha potuto visitare solo quello che i rigidi protocolli gli hanno consentito, quindi parte di quanto narrato si basa sui racconti degli esuli e parte è frutto di speculazioni dell'autore. Alla fine della lettura il messaggio chiaro e semplice che ci trasmette il libro è quanto siano terribili le dittature, che come la metafora usata nei campi di prigionia, succhiano il sangue dei cittadini.
ADAM JOHNSON
IL SIGNORE DEGLI ORFANI
EDIZIONI: MARSILIO
TITOLO ORIGINALE: THE ORPHAN MASTER'S SON
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