La rivoluzione digitale sta comportando la creazione di nuovi modelli di business da parte delle etichette discografiche al fine di compensare le perdite derivanti dalle scarse vendite dei CD, nuovi cavilli da aggiungere ai contratti da far firmare agli artisti.
C'è un interessante articolo a riguardo su Music Row, una rivista di Nashville che si occupa di musica da un punto di vista economico. Ma come si legge sul blog Music Business Marketing, tutti questi nuovi modelli vanno a scapito dell'artista che viene spremuto fino all'ultima goccia:
1. Le etichette richiedono di possedere e gestire direttamente i siti web degli artisti in modo da ottenere entrate dalla vendita di merchandising e spazi pubblicitari. Non sempre gli artisti riescono a ottenere qualcosa da questo genere di entrate.
2. Le etichette chiedono il controllo dei diritti sulle copertine e sui marchi legati all'artista.
3. Le etichette ora chiedono agli artisti una percentuale sulle entrate derivanti da tour e esibizioni dal vivo.
4. Le etichette stanno allargando il mercato per la vendita di musica digitale, come ad esempio i negozi digitali e i servizi di download in abbonamento, ma al tempo stesso la percentuale di guadagno che spetta all'artista si sta riducendo drasticamente.
5. Le etichette chiedono agli artisti di creare nuovi prodotti per il mercato digitale mobile, come suonerie e sfondi, ma di queste entrate gli artisti non percepiscono assolutamente nulla.
6. Le etichette stanno aumentando le percentuali dei costi di produzione che possono essere recuperati dall'artista.
Questi stratagemmi vengono utilizzati anche da alcune etichette indipendenti, e alla fine è sempre l'artista a rimetterci.
Oggi Internet consente agli artisti di essere assoultamente indipendenti dalle etichette. Qualsiasi artista oggi può produrre un CD e metterlo in vendita sul proprio sito, su CDBaby o su iTunes. Le etichette discografiche con queste nuove politiche stanno cercando di spremere gli artisti fino all'ultima goccia, prima che sia troppo tardi, prima che la rivoluzione digitale le spazzi via.
Link:
L'articolo su Music Row
Il post su Music Business Marketing
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