26 gennaio 2007

Sull'intervento di Lele Dainesi al BarCamp

Visto che mi è stato chiesto, in questo post cercherò di spiegare perché non mi è piaciuto l'intervento di Lele Dainesi al Barcamp di Roma. Se consideriamo che costui è considerato un esperto di podcasting in Italia, stiamo messi male.
Partiamo dall'esordio, tira fuori il suo iPod con microfono agganciato, lo mostra a tutti e dice qualcosa come "io faccio le interviste con questo perché è molto cool"... Ora sarà pure cool ma è un pessimo strumento per fare le interviste e questo lo sanno bene i podcaster veri che utilizzano iRiver per soluzioni economiche o registratori tipo M-Audio Microtrack, Roland Edirol o simili per soluzioni professionali.
A un certo punto descrive la pagina web di un podcast, mostra il lettore Mp3 in Flash posto sul sito, e dice che secondo lui questo è il miglior modo per ascoltare un podcast. E NO! E allora non è più un podcast! Chiamala webradio o come ti pare. I podcaster forniscono quel servizio perché comunque c'è una fascia di ascoltatori che preferisce ascoltarli online, ma il loro target è quello mobile. Ha poi posto l'accento sui video-podcast dicendo che sono più popolari di quelli audio, ma quando mai! Primo i podcast video per come sono adesso sono visibili solo con tecnologia Apple (su iTunes, con Quicktime o sull'iPod), e questo io lo vedo come un grosso limite: la grande fruibilità dei podcast audio deriva soprattutto dal fatto che ormai i file mp3 li leggono anche i frullatori! E poi sottolineo ancora una volta come il podcast audio sia concepito per un pubblico in mobilità, con le cuffiette o in macchina. Dainesi sembra confondere il podcasting video come una sorta di YouTube che si vede da iTunes e che ti fa stare incollato al monitor.
Ecco perché dopo queste chicche non ce l'ho fatta più e sono uscito...

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