15 giugno 2004

Il mio piccolo racconto blues

Questo microracconto è il mio contributo allo sketchbook

Le note della chitarra di Stevie Ray Vaughan gli facevano compagnia mentre guidava verso la casa che aveva preso in affitto per qualche mese. Voleva sparire per un po' voleva dimenticare tutto, in città tutto gli ricordava lei. La strada era in salita e piena di curve "that's a cold shot babe, we let our love go bad" cantava Stevie Ray. Non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di lei in lacrime mentre gli diceva che lo stava lasciando. Non voleva pensarci, era in viaggio verso un paesino di montagna, da solo. Non sapeva perché avevo scelto di andare proprio lì, forse gli sembrava abbastanza lontano dalla civiltà. Arrivò verso sera, il posto era pieno di gente per le stradine, e questo lo sorprese un po'. La casa era piccola ma accogliente, molto antica, nel cuore del paesino medievale. Aprì la finestra della cucina al piano terra che dava su un vicoletto, poi posò il borsone per terra e tirò fuori la tromba, aveva sentito l'impulso incontrollabile di suonare in quel momento esatto. Le note attirarono una ragazza del posto che lo osservava dal vicoletto attravesro la finestra aperta. "Che bella musica, cosa suoni"? disse. Lui la guardò, le sorrise e rispose "questo è il mio blues"

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