9 maggio 2007

Una targa dove morì Antonio Currà

Era l'agosto del 2003, e ricordo che rimasi particolarmente colpito dalla morte di Antonio Currà un ragazzo italiano di 19 anni ucciso a Copenhagen mentre era in viaggio verso Capo Nord, così scrissi questo post. Oggi mi arriva l'email con la notifica di un commento anonimo a quel post, mi ha molto emozionato perché è evidente che è stato scritto da qualcuno che gli era molto vicino e che mi informa che proprio nel luogo dove Antonio morì, verrà affissa una targa. Purtroppo non ha lasciato l'email, avrei voluto ringraziare di persona questo commentatore che si firma "Chey". Lo faccio con questo post e copio qui il suo commento:

Sono felice che il ricordo del Toto riviva in tanta gente che non ha avuto modo di conoscere.Sono felice che l'assurdità della sua morte abbia un significato di pace alle sue spalle.Verrà affissa una targa in suo nome in quel luogo dove smise di sognare.Sarà un inno alla fratellanza. proprio come lui avrebbe desiderato.nn viaggiava solo a causa delle diversità di mete di viaggio dei suoi amici.è stata una sua scelta.Che il nome di Antonio porti sempre un'emozione con se.
Sei rimasto, nel tempo, nel mondo.
Chey

4 commenti:

Anonimo ha detto...

sulla targa c'è scritto:
"la mia è una sorte
di rincorsa
è una risorsa che cerco
da tempo in sto tempio
in me stesso più ampio"

Anonimo ha detto...

sono il papà di antonio.io e mia moglie abbiamo voluto la targa per testimoniare la voglia di conoscenza del mondo che aveva antonio e la sua fiducia negli uomini di tutte le razze e religioni.fiducia che purtroppo lo ha portato alla morte.mi fa piacere che qualcuno si sia soffermato a pensare di fronte alla targa,cogliendo il messaggio di pace che con la medesima volevo trasmettere.ciao francesco francecurra@virgilio.it

Renato ha detto...

Per il papà di Antonio: ho visto solo ora il tuo commento, per qualche motivo non mi era stato notificato, volevo solo ringraziarti per aver lasciato la tua testimonianza nel mio blog.

Anonimo ha detto...

Sono uno studente Italiano a Copenhagen. Vivo a pochi metri dal luogo in cui fu ucciso Antonio nell'agosto del 2003 e mi capita spesso di pensare a quello che è successo quella sera, in questa città, così pacifica.
Spero che i suoi genitori abbiano trovato la pace, anche se può essere difficile, seppure tanti anni ormai sono passati. Il suo ricordo rimane, anche nelle persone che come me non l'hanno conosciuto di persona.
Stefano