12 dicembre 2008

Sergei Rachmaninov - Concerto per pianoforte e orchestra N. 3

Il disco di oggi

Quando nel 1996 uscì il film Shine sul pianista australiano David Helfgott, ricordo che noti giornalisti cinematografici, a partire dal "Mollicone", dissero che Helfgott era l'unico pianista al mondo in grado di eseguire il Rach 3, come viene convenzionalmente chiamato il concerto per pianoforte e orchestra N. 3 di Rachmaninov. Ovviamente questa è una grandissima fesseria. E' vero che il Rach 3 è piuttosto complicato, ma basta recarsi in un qualsiasi negozio di dischi o farsi un giro su Amazon per rendersi conto che comunque di versioni di questo concerto ne esistono moltissime, eseguite da numerosi pianisti.

Del resto anche insigni giornalisti musicali hanno preso cantonate spaventose sul grande compositore russo. Nel 1954, il critico musicale inglese Eric Blom, nel Grove's Dictionary of Music and Musicians, scriveva:
L'enorme successo popolare che hanno avuto alcuni lavori di Rachmaninov qundo era in vita, probabilmente non durerà, e anche i musicisti non lo hanno mai considerato con molto favore. In generale il terzo concerto per pianoforte piaceva al pubblico solo per la sua somiglianza con il secondo.

Eppure, almeno stando a Wikipedia, è una delle composizioni che vanta il maggior numero di incisioni discografiche in assoluto.

C'è una linea di tensione dalla prima all'ultima nota che ti tiene in qualche modo inchiodato, un po' come leggere un grande romanzo russo, infarcito di imprevsti ma tenuto insieme da una struttura molto solida.


Su iTunes sono presenti varie versioni del Rach 3, vi consiglio quella eseguita dalla grande Martha Argerich

Piano: MARTA ARGERICH
Direttore: RICCARDO CHAILLY
Orchestra: RADIO-SYMPHONIE-ORCHESTER BERLIN
Martha Argerich, Radio-Symphonie-Orchester Berlin & Riccardo Chailly - Rachmaninov: Piano Concerto No. 3 & Tchaikovsky: Piano Concerto No. 1

Ecco un'anteprima di questa mirabile versione:

2 commenti:

outsounds@gmail.com ha detto...

concordo man... Brava la Argerich

vittorio ha detto...

Preferisco l'interpretazione di Horowitz