8 luglio 2011

Dal Giovane Holden a La Noia di Moravia

 Per puro caso mi è capitato di leggere La Noia di Alberto Moravia subito dopo Il giovane Holden di Salinger. I due libri hanno in comune il fatto di essere scritti in prima persona, e in entrambi i casi l'io narrante è sostanzialmente un fancazzista un po' misantropo. Così per certi versi La Noia sembrava quasi la continuazione de Il Giovane Holden, non avevo avuto l'impressione di aver posato un libro e averne preso un'altro. Ma certo l'illusione che Dino, il protegonista de La Noia potesse essere un Holden a 35 anni che aveva cercato di darsi alla pittura con risultati incerti, è durata solo pochi capitoli, quando infatti costui comincia la relazione con la sfuggente Cecilia le cose cambiano e il libro di Moravia diventa sostanzialmente una grossa pippa mentale sulla noia, la gelosia, il denaro, il sesso. Cecilia poi secondo me è un personaggio disegnato male, o forse questo dipende dal fatto che tutto ciò che riusciamo a capire di lei ci viene filtrato dagli occhi di Dino che a differenza di Holden, che alla fine ci risulta anche simpatico, più va avanti il libro più ci sembra un idiota insopportabilmente autolesionista.

Del Giovane Holden posso dire che se l'avessi letto da adolescente forse l'avrei apprezzato molto di più, va detto comuque che la traduzione italiana fa veramente pena, con tutti quei vattelappesca, sollucchero, e via discorrendo, eccetera eccetera... Senza contare errori che è facile trovare in qualche giallo mondadori degli anni 60 ma non ti aspetteresti in quello che è considerato un capolavoro della letteratura americana del ventesimo secolo, (uno su tutti:  "football" tradotto "rugby"!!! Avevo letto da qualche parte che Alessandro Baricco si era offerta alla Einaudi per scrivere una nuova traduzione ma non se ne fece nulla.


LE SCHEDE DEI LIBRI SU BOL.IT:

J. D. Salinger - Il giovane Holden (Einaudi)
Alberto Moravia - La noia (Bompiani)

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