18 marzo 2013

Jo Nesbo: “Il pettirosso”, “Nemesi” e “La stella del diavolo”


In realtà non si tratta di una vera e propria trilogia, ma fra i tanti intrighi dei tre romanzi c’è una vicenda che comincia ne “Il pettirosso” continua in “Nemesi” e ha finalmente il suo epilogo ne “La stella del diavolo”. È molto abile Jo Nesbo a scrivere libri che pur avendo una trama propria lasciano il lettore in sospeso come in una puntata di un telefilm americano per poi fargli acquistare il libro successivo.
Se “Il pettirosso” è veramente un bel giallo thriller, non si può certo dire lo stesso per gli altri due, non che siano particolarmente brutti, ma certamente sono inferiori rispetto al primo, almeno secondo me. Le vicende sono sempre intricatissime e zeppe di personaggi e a volte si fa fatica a seguirle anche per via dei nomi norvegesi che non sono facilissimi da ricordare; ma alla fine ci pensa sempre lui, il commissario Harry Hole della polizia di Oslo a risolvere tutto. Ispirato ai detective “hard boiled” della letteratura gialla americana, Hole è un tipo alcolizzato, solitario, con amori travagliati e un po’ rockettaro; ma con un’arguzia tale da fargli risolvere casi quasi impossibili proprio ogni volta che sembra che stia per essere buttato fuori dal corpo di polizia.

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