14 marzo 2003

Storia d'ascolto

Vi siete mai chiesti come mai ascoltate un certo tipo di musica? Da dove viene il vostro gusto musicale? In questa pagina ho ripercorso la mia "storia di ascolto".

Allora... a 5 anni ancora non sapevo leggere eppure cronache familiari riportano che riconoscevo dalla copertina tutti i 45 giri che avevo in casa e che suonavo su un giradischi a valigetta, con coperchio che si toglieva e fungeva da altoparlante. Fra questi 45 giri ricordo: Beatles (Day Tripper, ce l'ho ancora anche se rovinatissimo!), Adamo, Jimmy Fontana, Mina, Mal e altri fra cui il mitico Antoine con "Se sei bello ti tirano le pietre..." (non ricordo esattamente il titolo ma parlava di un tizio che qualunque cosa facesse veniva preso a pietrate!). Quel giradischi durò ancora qualche anno, continuavo a nutrirlo con dischi che via via mi facevo comprare da mamma e papà, fra questi: PopCorn, Sandokan etc...

Devo aver avuto circa 10 anni quando in casa arrivò... LO STEREO! Non era assolutamente niente di straordinario, il solito valigiotto, con casse di plastica (a righine bianche e nere), ma era uno stereo e suonava i 33 giri! Aveva anche un dispositivo con una sorta di colonna che permetteva di "impilare" più dischi per ascoltarli di seguito. Mio fratello portava a casa dischi di cantautori, gruppi rock, e gli immancabili Beatles. Mi resi conto che il mio gusto musicale cominciava a formarsi. Grazie a mio fratello cominciai ad ascoltare questa musica che già all'epoca (anni '70) poteva definirsi alternativa. Fra cantautori e rock era quest'ultimo che senza dubbio mi dava più emozioni. Fra i dischi che ho amato di più in questa fase preadolescenziale: Sgt. Pepper dei Beatles e Io sono nato libero del Banco, (Il famoso portone). Oggi la pirateria si fa con mp3 computer etc... Negli anni '70 queste diavolerie non esistevano ma l'avvento delle audiocassette sembrava una rivoluzione, avevo il mio bel magianastri con il quale registravo cassette posizionando il microfono davanti alle casse!

All'epoca ricevetti in regalo anche il mio primo strumento: una pianola Hit-Organ, aveva un ventilatore che faceva vibrare delle ance metalliche che venivano stimolate dalla pressione dei tasti, in pratica funzionava più o meno con lo stesso principio della fisarmonica. Avevo orecchio e mi divertivo a rifare le canzoni che ascoltavo, c'è un divertente aneddoto al riguardo: una volta andai a casa di un mio compagnetto delle elementari, anche lui aveva una pianola e ci mettemmo a giocare, i suoi genitori mi dissero "suonaci qualcosa", non me lo feci ripetere due volte ed eseguii "Bandiera Rossa", che a me piaceva tanto ma della quale ignoravo i risvolti politici. Tornato a casa raccontai la cosa ai miei genitori che se la risero alla grande, mi dissero che il mio compagnetto era il figlio di un noto politico democristiano della mia cittadina... suonare "Bandiera Rossa" a casa loro era stato una sorta di "atto rivoluzionario"!

A quattordici anni la svolta: mio padre mi comprò un vero impianto HI-FI usato da mio cugino, che mi regalò anche dei dischi fra cui Animals dei Pink Floyd. Ricordo che il disco che usai per provare lo stereo dopo averlo montato era Mystic Man di Peter Tosh, ragazzi, che emozione vedere le lancette illuminate di blu dei VU-meter muoversi a tempo su Buckingham Palace (dal disco di Tosh).

Il primo disco che acquistai fu Made In Japan dei Deep Purple, seguito a breve da The Wall dei Pink Floyd. La musica comiciò diventare una parte importante della mia vita, e fu mia fedele compagna durante la difficile fase adolescenziale. Avevo anche un vero pianoforte e prendevo lezioni. Genesis e soprattutto Pink Floyd furono i gruppi che ho amato di più fino a circa il 1980.

Da circa tre anni nel rock era arrivata una rivoluzione chiamata Punk! Non gli diedi molto credito al principio, rimanevo fedele al rock "pomposo" che il punk appunto rifiutava. Le radio libere romane diffondevano questa nuova musica: Radio Città Futura, Radio Proletaria (oggi Radio Città Aperta), cominciai ad ascoltare qualcosa, ed un disco certamente segnò una svolta nella mia formazione musicale: Sandinista dei Clash. Da allora accantonai il rock progressivo e mi buttai fra le braccia di Punk e New Wave. Altro disco memorabile fu Fresh Fruit for Rotting Vegetables dei Dead Kennedys, band a cui sono affezionato per un motivo ben preciso: furono il mio primo vero concerto! Al Much More di Roma, all'epoca celebre discoteca pariolina. Clash e Police furono a lungo le mie band preferite. Mi piacevano molto anche gli Stranglers, perché avevano le tastiere.

Cominciai anche a suonare la tastiera con una band, era una SIEL. Era un periodo in cui per la prima volta era possibile acquistare strumenti a prezzi contenuti e una miriade di nuove formazioni si spaccavano i timpani nei garage. Che belli i tempi di chitarre, bassi e batterie EKO, di amplificatori che fischiavano, di distorsori FBT azzurri, oppure autocostruiti da un celebre schema elettrico pubblicato su Nuova Elettronica, delle tastiere Siel. Uno dei pochi cronisti che seguirono il fenomeno fu Red Ronnie, sì c'era anche allora e scriveva su Popster (poi divenuta Rockstar). Le chiamò le "Brigate Rock" e fu uno dei primi a chiedere demo che recensiva nella sua rubrica. Fino alla maturità vidi diversi concerti e suonai in diverse band. Fra i concerti meritano menzione: The Smiths (yes: l'unico mitico concerto italiano al Teatro Tenda a Strisce) Ultravox, Lotus Eaters, Clash (senza Mick Jones), U2 e Sting. Questi ultimi due furono fondamentali per la "svolta jazz" dopo la maturità.
Era già da un po' che attraversavo una sorta di crisi: il rock non mi dava più emozioni, ricominciai ad ascoltare Pink Floyd, Genesis, Deep Purple, Van Halen etc.. Ma cercavo qualcosa di diverso. Arrivò nel 1985 (più o meno credo), al concerto di Sting. Il leader dei Police si presentò con una band di mostri, tutti musicisti jazz. Sting in effetti fu il peggiore e sembrava quasi un pesce fuor d'acqua... ma la musica che tirarono fuori in quel concerto quei musicisti segnò per me una svolta epocale: era il jazz la musica che cercavo! Da quella tournee Sting registrò un celebre Live: Bring On The Night è uno dei due dischi dischi live in cui fra il pubblico ci sono io:-) In una sola canzone: Another Day l'unica registrata a Roma (L'altro disco live in cui sono fra il pubbllico è Grandes Amigos del sassofonista Javier Girotto con Michele Rabbia e Antonello Salis, probabilmente l'unico live registrato addirittura nella mia città: Aprilia!).
Gli U2 li ascoltavo dai tempi di October, quando erano band di nicchia, The Joshua Tree li portò al grande successo. Li andai a vedere al Flaminio . In quel concerto-evento suonarono prima di loro i "Lone Justice", band americana della bellissima Maria McKee, sconosciuti ai più, non a me che avevo un loro disco. Il pubblico si dimostrò cafone tirandogli bottiglie di plastica vuote, ci rimasi male perché cazzo, a me piacevano! Poi suonarono i "Big Audio Dynamite" di Mick Jones e i "Pretenders" di Chrissie Hynde. Questi ultimi furono senza dubbio i migliori della serata: gli U2 fecero veramente pena! Per quanto mi riguarda questo concerto comportò la "morte del rock".

In realtà Proveniendo dal rock fu piu' facile avvicinarsi al jazz dalla fusion: Heavy Weather dei Wether Report è uno dei miei dischi più importanti per due motivi: non solo fu il mio primo disco jazz, fu anche il mio primo CD, da allora non avrei più acquistato dischi in vinile. Decisi poi di imparare a suonare il sax e acquistai un contralto usato, poco dopo entrai a suonare nella Banda di Aprilia (città dove risiedo). Suonai anche in diverse formazioni, soprattutto blues, ma al momento suono solo nella Banda, perché i gruppi vanno e vengono ma la Banda rimane sempre, e ho avuto esperienze bellissime, come quella di suonare all'estero (Ungheria).

Oggi ascolto prevalentemente jazz, ma non ho certo dimenticato i miei passati rockettari, non rinnego niente a sono affezionatissimo a tutti i gruppi che ho ascoltato. In linea di massima ho superato la barriera dei generi, nel senso che cerco di ascoltare molti tipi di musica, compresa la classica. Anzi, forse uno dei più bei concerti che abbia mai visto è stato senza dubbio il Requiem di Mozart a Santa Cecilia, provai emozioni indescrivibili e piansi. Perche' la musica dopotutto è questo: emozioni.

Volevo scrivere due righe, ma poi la tastiera mi ha preso la mano ed è uscito questo scritto lunghissimo... se qualcuno si riconosce anche parzialmente con la mia storia musicale, mi farebbe piacere mi contattasse. (dimenticavo, io sono del 1965)

1 commento:

Dan N ha detto...

Do you remember the theme music from Radio Proletaria in the '80s?