19 luglio 2004

Tipi di musicisti

L'artista
L'artista è quello che guadagna con la propria musica e si diverte, può essere un grande concertista che riempie un prestigioso auditorium, un rockettaro che riempie uno stadio o un jazzista che suona davanti a venti persone in un club, l'importante è che sia soddisfatto di quello che fa senza essere comandato da nessuno.

l'impiegato
L'impiegato vive di musica, fa il turnista o suona in un'orchestra e di solito guadagna bene, spesso anche di più dell'artista, ma è un professionista che suona quello che gli viene comandato, non ha velleità artistiche, o forse le ha ma ha deciso di fare questa vita perché guadagna di più. Spesso gli impiegati insegnano anche in ottime scuole.

Il fallito
Il fallito di solito è molto frustrato, ha studiato musica una vita si è diplomato al conservatorio col massimo dei voti, compone anche musiche che lui ritiene bellissime, ma non ha sfondato, non è diventato un artista e non è riuscito neanche a fare l'impiegato. Odia gli artisti e gli impiegati perché secondo lui sono raccomandati. Lo trovate nelle scuole di musica di periferia, a suonare nei matrimoni, a insegnare musica alle scuole medie o a fare concerti di beneficienza in sale buie dove il pubblico sbadiglia mentre lui suona Chopin, perché gli appassionati veri i concerti li vanno a vedere all'Auditorium dove suonano gli artisti.

Il dilettante
Questa è la categoria a cui appartengo anche io, il dilettante conosce i suoi limiti, sa di non essere un grande musicista, e non ha grandi velleità. Suona in gruppetti con gli amici o nelle bande di paese. Quando gli capita di guadagnare qualche soldino suonando è felice. Alcuni riescono anche a passare di categoria, ma di solito o diventano impiegati o artisti, difficile il passaggio da dilettante a fallito.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi permetto di dissentire dalle tue definizioni.
Ai nostri tempi un artista non necessariamente guadagna con la propria musica. Così come un rockettaro non è un artista nel senso puro del termine (senza voler riaprire l'insolubile questione sull'arte popolare).
Allo stesso modo quelli che chiami falliti sono spesso più artisti di chi si è prostituito pur di guadagnare suonando per il grand pubblico.
Non è il successo di pubblico che testimonia l'arte. Non è mai stato così, e questo è vero ancor più nella nostra società iper-mediatica, in cui i successi si costruiscono a tavolino presso le case discografiche.
Forse da dilettante ti sfugge la realtà del complesso mondo della musica d'arte in Italia.
un saluto
Antonio
http://liberidallaforma.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

anche io faccio musica e anche io al massimo ogni tanto guadagno qualche soldino.

per essere molto conciso, credo che riceverei piu' soldi dalla musica se nel sitema musicale avesse meno importanza il modello "buon personaggio da lanciare" + "due singoli a effetto" + "campagna marketing martellante" + "tutti i soldi alla casa discografica". non mi pare che le aziende che praticano questo modello abbiano intenzione di cambiarlo e per questo spero che vengano superate da altre con modelli differenti.