15 febbraio 2005

Il futuro del mercato artistico? On demand!

Qual'è il modo in cui fruiremo dell'arte in futuro? Un'idea me la sono fatta già da qualche tempo, ma questo post da Lacy Road che riporta un interessante articolo da Il Mucchio Selvaggio in cui viene intervistato il gestore di un negozio di dischi di Firenze, mi ha dato lo spunto per questo post.
Al momento per l'acquisto di CD e libri uso molto internet, del resto è una pacchia, su Amazon, Jazzos, Mymusic e altri siti è possibile trovare praticamente tutte le pubblicazioni dai cataloghi di qualsiasi etichetta discografia o casa editrice. Questo non toglie che di solito se entro in un negozio di dischi o una libreria non ne esco mai a mani vuote. Ma hanno ancora un futuro i negozi di dischi e le piccole librerie? Non so se ci avete fatto caso ma da un po' le grandi catene commeciali tendono ad unificare librerie, discoteche e videoteche, sono i mediastore, dove puoi acquistare un libro, un CD, un DVD, un videogame etc...
Ho l'impressione che le case discografiche e le case editrici non abbiano colto appieno le grandi potenzialità del digitale.
Per quanto riguarda la musica una casa discografica potrebbe benissimo evitare di stampare migliaia di copie di CD di un determinato gruppo su cui non è disposta ad investire più di tanto. Le vendite potrebbero essere effettuate "on demand", e la stessa cosa potrebbe valere per dischi che magari da anni sono fuori catalogo. Mi spiego meglio, Il negozio di dischi di pinco pallino è collegato con la banca dati di tutte le etichette discografiche. Arrivo io e chiedo un CD dei Pincopallins che è fuori catalogo dal '72... Il gestore del negozio si collega all'etichetta proprietaria dei diritti di quel disco, scarica i file, masterizza il CD e stampa la copertina (con tanto di bollino SIAE) al volo. Con la teconologia che abbiamo a disposizione oggi tutto questo sarebbe possibile ma questo scenario è ancora da fantascienza. Ovviamente questo tipo di transazione potrebbe benissimo essere effettuata individualmente da internet, ormai l'acquisto di file online è popolarissimo, ma il negoziante potrebbe comuque fornire quel servizio "aggiunto" di consulente, persona con cui scambiare informazioni musicali; e il luogo fisico del negozio è sempre un centro culturale dove incontrare persone con i tuoi stessi interessi.
Ma tutto questo potrebbe benissimo essere valido per i libri. Oggi esistono stampanti in grado di stampare e rilegare un libro intero in modo del tutto automatico in pochi secondi a partire da un documento pdf, ps o doc. E' già da un po' che si sente parlare di Print On Demand. Se le case editrici usassero questa tecnologia non avrebbero più bisogno di stampare migliaia di copie di libri che rischierebbero di rimanere invenduti perché i libri potrebbero essere stampati al momento dell'acquisto direttamente in libreria!
Ma credo che tutto questo rimarrà fantascienza...

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao renato, l'idea dell'on demand non è male, io l'avevo pensata legata ai book dei cd, per ridurne il costo. Ma in quel caso investirebbe l'utente finale, il consumatore. Questa tua idea invece coinvolgerebbe l'intera catena distributiva. Il rischio potrebbe essere quello che i negozi perderano la loro "fisicità", la materialità della merce. Anch'io, per ragioni pratiche, uso molto internet per acquistare musica. Coi libri faccio già più fatica. Li devo toccare e annusare, prima. :)

Ottimo blog, il tuo. Non ricordo come ci sono arrivato, ma l'importante è esserci arrivato...

Anonimo ha detto...

Grazie Kreshatik:-)
Diciamo che questa teconolgia potrebbe affiancarsi al metodo di distribuzione tradizionale, un negoziante poi potrebbe già "prestamparsi" copie di CD o libri che vanno di più o in cui crede maggiormente, perché certo la fisicità del prodotto è importante.
Per quanto riguarda il libri hai ragione, come ho scritto se entro in una libreria difficilmente ne esco a mani vuote, ma quando cerchi qualcosa di specifico (magari in lingua originale) internet è la salvezza!

Anonimo ha detto...

Beh, vista da così la mia situazione non è poi tanto malaccio allora... :)

Grazie della visita, complimenti per il blog!

a presto

Anonimo ha detto...

A me pare una buona idea. Tra parentesi si favorirebbe anche il negoziante che non avrebbe piu' bisogno di locali sterminati per avere i cd e anche in provincia si potrebbe comprare il Cd del gruppo indie senza attendere di fare un viaggio a Londra o New York. Probabilmente aumenterebbero le vendite degli stessi cd. Perche' non brevetti l'idea e poi la proponi? Dico sul serio. Ciao Massimo

Anonimo ha detto...

Magari potessi brevettarla:-) In realtà questa tecnologia già esiste e sono anche stati fatti esperimenti in tal senso, ma rimane sempre tutto a livello di "esperimenti", oppure a livello di piccole case editrici o siti web specializzati nella vendita su web (come www.lulu.com)

Anonimo ha detto...

ah ecco come si faceva a lasciare il link.. che roba macchinosa.
E' che mi ritrovavo nella figura 'Blogger', ma ho trascurato il fatto che lui si riferrisse al motore.

Grazie per essere passato da me, non perdiamoci di vista

Anonimo ha detto...

ciao! penso che il gatto boteriano che ho postato sia stato fotografato a Barcellona. Non l'ho fotografato io questo ma qualche anno fa feci sempre nella città, una foto ad un altro gatto simile.
un saluto a te.
isa

Anonimo ha detto...

Io credo che le piccole librerie e i piccoli negozi di dischi avranno sempre un loro spazio, forse cambieranno, si specializzeranno, però rimarranno, anche perchè l'acquisto nel negozio consente il contatto umano diretto, che internet non può dare e il megastore fornisce in modo asettico. Ciao ruckert