29 aprile 2010

I romanzi che ognuno dovrebbe leggere, parte 2

Parte seconda del listone del Guardian con i migliori mille romanzi di sempre estrapolando solo quelli disponibili in italiano.

11. Il circolo Pickwick - Charles Dickens
Charles Dickens presenta un mirabile affresco della società inglese dell'Ottocento, con grandi verve umoristica e capacità di ironia. La storia narra le peripezie di un gruppo di persone, capitanate dal signor Pickwick, alle prese con situazioni improbabili e assurde. Pickwick, insieme a tre suoi amici, e al suo fidato servitore, si troverà ad affrontare matrimoni difficili e controversi, rapimenti di belle signore, viaggi senza possibilità di raggiungere la meta, all'insegna della comicità e di situazioni quasi macchiettistiche. Dickens tratteggia un mondo complesso ma veritiero, umoristico ma arguto nell'indicare errori e costumi poco consoni di una società in continua evoluzione come quella londinese.

12. Martin Chuzzlewit - Charles Dickens
"Voi sapete con altrettanta sicurezza di me, che io giudico il "Chuzzlewit" la mia opera senza confronti migliore, sotto infiniti aspetti. Che io sono cosciente delle mie forze come mai prima d'ora. Che io so che, se la salute mi assisterà, potrò conservare il mio posto nell'animo degli uomini pensanti, anche se cinquanta romanzieri cominciassero a scrivere domani stesso" (Charles Dickens a John Forster). Il vecchio Martin Chuzzlewit, uomo ricchissimo e molto vecchio, è convinto che i suoi parenti lo trattino bene unicamente per ricevere una parte dell'immensa eredità che lascerà dopo la sua morte; decide così di allevare un'orfana, Mary, che si deve prendere cura di lui: infatti ella, a differenza dei suoi parenti, non lo vuole morto poiché se egli dovesse decedere si troverebbe sbalzata sulla strada, senza nessuno su cui contare.

13. Jacques il fatalista - Denis Diderot
Opera originalissima e attuale, considerata una delle più importanti della letteratura francese, "Jacques il fatalista" descrive il viaggio a cavallo, le vicende e soprattutto la conversazione, del complesso e loquace servitore Jacques col suo padrone. Non è un semplice romanzo intrecciato in un dialogo teatrale e intercalato con racconti, è un esuberante insieme di narrazione e drammatizzazione, con intromissioni del narratore nel suo immaginario confronto col lettore, e digressioni sui temi più svariati. Denis Diderot coinvolge, sorprende e diverte con intelligenza, umorismo e fantasia e con la sua geniale tecnica narrativa.

14. I Commitments - Roddy Doyle
A Barrytown - il sobborgo di Dublino più inventato e più autentico di tutta la letteratura contemporanea - può succedere qualsiasi cosa. Per esempio che un gruppo di ragazzi decida di fondare un gruppo di soul e rhythm and blues, ispirandosi ai grandi del passato come James Brown e Otis Redding. D'altra parte, come sottolinea opportunamente Jimmy Rabbitte, il manager del gruppo, 'gl'irlandesi sono i neri d'Europa, i dublinesi soni i neri d'Irlanda, e i dublinei della zona nord sono i neri di Dublino', sicché... Basso, chitarra e batteria, sax, tromba, tre coriste e poi la voce: Deco, capace di farti nascere, morire e risorgere nel giro di una sola canzone.
La loro sarà una vicenda di successi e di disastri, di splendide amicizie e di furiosi litigi, di amori imprevisti e di abbandoni clamorosi. Ma è soprattutto lo humor - irresistibile e sorretto da formidabili dialoghi - a segnare questo romanzo che è stato il leggendario esordio di Robby Doyle.

15. Formaggio olandese - Willem Elsschot
Vi sono personaggi con cui simpatizziamo al primo incontro, hanno in sé qualcosa che ce li rende immediatamente familiari: fanno già parte di noi. Uno di questi è Frans Laarmans, protagonista di quasi tutti i romanzi di Willem Elsschot e suo ironico doppio, che viene ad aggiungersi al numero degli "impiegati letterari" che, dal gogoliano Akakij Akakievic, allo sveviano Zeno Cosini, per arrivare fino a Fantozzi, entrano come figure simboliche nell'immaginario comune. In "Formaggio olandese" Laarmans trova l'occasione del riscatto dal "trentennale vassallaggio impiegatizio" nell'offerta di diventare "rappresentante ufficiale per il Belgio e il Granducato del Lussemburgo" di una ditta olandese che esporta formaggi. Ma la sua inettitudine a imitare i riti di una società che gli è in realtà indifferente, il suo continuo mascherarsi per far finta di essere con gli altri, il suo velleitarismo perennemente perdente davanti alla razionalità, non lo rendono sicuramente adatto alle scalate sociali. In un crescendo di chapliniana comicità, Laarmans non fa che disperdersi in superflui dettagli quotidiani, mentre tonnellate di formaggio invenduto si accumulano in cantina, invadendo i suoi pensieri ed ergendosi come un odiato muro puzzolente fra lui e la sua vita. Ma è proprio nel suo fallimento che ci riconosciamo, nel suo recitare con enfasi le parti che di volta in volta si impone, convinto che il vero io resti comunque altrove, che ritroviamo la nostra incapacità di prendere il gioco veramente sul serio, di vivere senza guardarci ironicamente vivere.

16. Il diario di Bridget Jones - Helen Fielding
Oggi Bridget Jones non ha più bisogno di presentazioni: è un'eroina moderna in cui tutte le donne prima o poi si sono identificate. Trentenne-o-giù-di-lì, single non certo per scelta, un po' sovrappeso, molto stressata, conduce la sua battaglia quotidiana cercando di sopravvivere a se stessa e alla cellulite, oltre che a una mamma invadente che la sogna rispettabilmente sposata. E invece lei prova per gli uomini inaffidabili un'attrazione irresistibile, di una forza pari solo alla sua voglia di dimagrire, smettere di fumare, sviluppare la Calma Interiore. Tutti obiettivi in cui fallisce per poi trovarsi regolarmente umiliata alle cene dei Felicemente Sposati che le presentano improbabili partiti... Brillantissima satira urbana sui rapporti umani nel Nuovo Millennio, "Il diario di Bridget Jones" è uno dei più gustosi spaccati mai pubblicati sull'universo femminile, premiato da un successo planetario che ha superato ogni previsione.

17. Joseph Andrews - Henry Fielding
Un genere narrativo che non è "mai stato finora tentato nella nostra lingua": così lo stesso Fielding definisce il suo "Joseph Andrews". Pensato come feroce satira del coevo romanzo di Samuel Richardson "Pamela o la virtù ricompensata", il libro travalica il suo originale intento parodistico per diventare l'avvincente resoconto d'un viaggio avventuroso, denso di peripezie, di esperienze travagliate, di episodi movimentati e farseschi. I principi morali, enunciati con apparente noncuranza, la cultura e l'amore per i libri unito a quello per gli uomini, la lotta contro il male e il vizio: sono questi i corollari delle divertenti avventure narrate in uno stile vivace e variato, pervaso da quell'indefinibile, ineffabile quasi, humour che è da sempre prerogativa inglese.

18. Tom Jones - Henry Fielding
Storia di un trovatello abbandonato in circostanze misteriose dentro la dimora del buon giudice Allworthy, un ricco proprietario terriero del Somerset. "Tom Jones" segue le vicende del suo eroe durante l'adolescenza spensierata, ma insidiata dalle trame del nipote di Allworthy, il perfido Blifil e dei suoi alleati. Sensibile alle grazie femminili Tom si innamora, corrisposto, di Sophia, la figlia di un nobile vicino di casa. Cacciato infine di casa, Tom si aggira per l'Inghilterra, accompagnato dal prete Partridge, suo presunto padre. Infine tutti i personaggi si ritrovano a Londra e qui si compie il destino del trovatello.

19. Bouvard e Pécuchet - Gustave Flaubert
"La 'betise' umana è un abisso senza fondo" diceva Flaubert, ma Bouvard e Pecuchet sono tutt'altro che due idioti. I due copisti e amici investono la grossa eredità di Bouvard per ritirarsi in campagna e per dedicarsi a un accanito sperimentalismo.
Mettono in pratica le scienze, le dottrine, le credenze del tempo, spaziando dall'agricoltura al magnetismo, dall'archeologia alla pedagogia, ecc. Ma ogni esperienza si risolve immancabilmente in un fallimento. E la delusione è tale da persuaderli che l'unica soluzione sia farla finita; ma proprio allora rinvengono una possibilità alternativa: ritornare al vecchio e umile lavoro di copisti. I due protagonisti del romanzo - iniziato nel 1872 e pubblicato incompiuto un anno dopo la morte dello crittore -prendono sul serio scienze, filosofia, religione, politica, tecniche, tanto da spingerli alla loro verità ultima, ovvero l'incapactà di dare risposte al mistero del mondo e di modificarne l'assetto.
Destrutturano il sapere del secolo, e forse, nella decisione finale di 'copiare' indistintamente qualsiasi cosa, svelano l'insignificanza anche dell'ultima illusione flaubertiana, la scrittura quale mezzo per dare un senso alle cose.

20. Anime morte - Nikolai Gogol
Pavel Ivanovic Cicikov viaggia attraverso la Russia comprando "anime morte", i nomi dei contadini morti dopo l'ultimo censimento sui quali i proprietari dovevano pagare le tasse fino al censimento successivo. Vuole usare quei nomi per ottenere l'assegnazione di terre concesse solo a chi poteva dimostrare di possedere un certo numero di servi della gleba. Il romanzo avrebbe dovuto comporsi di tre parti, la terza però non fu mai scritta, mentre della seconda restano solo alcuni frammenti nei quali però il quadro dei vizi e dei difetti russi appare meno fosco che nella prima parte.


Altri libri non disponibili in italiano:
The Case of the Gilded Fly - Edmund Crispin
Just William - Richmal Crompton
The Provincial Lady - EM Delafield
Slouching Towards Kalamazoo - Peter De Vries
A Fairy Tale of New York - JP Donleavy
Ennui - Maria Edgeworth
Caprice - Ronald Firbank
Towards the End of the Morning - Michael Frayn
The Polygots - William Gerhardie
Cold Comfort Farm - Stella Gibbons

Fine parte 2, a breve la parte 3

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