23 marzo 2005

Quando vidi Norah Jones

Un commento al post di Ben Allison mi ha fatto tornare in mente il concerto di Norah Jones che vidi nel 2002 al La Palma quando non era ancora famosa come oggi. Allora ancora non avevo il blog, questa che vi propongo è la recensione del concerto che scrissi su un forum musicale.

Recensione al concerto di Norah Jones scritta il 31 maggio 2002:

Ieri ho assistito al concerto di Norah Jones al "La Palma" jazz club di Roma. Che dire? E' stata una delusione. Mi aspettavo sinceramente di piu' da un'artista che incide per la Blue Note.
Calma piatta per tutta la sua esibizione, sorrisi forzati, ha perfino fatto un gestaccio a uno delle prime file che gli ha fatto una foto, manco fosse Keith Jarret.
Come pianista non e' il massimo. Ha un bel timbro a sentire il disco, ma dal vivo non rende. La sua estensione vocale e' piuttosto limitata. C'era il pubblico delle grandi occasioni, ed e' stato significativo notare come tutti, dopo due o tre canzoni, si guardavano in giro per cercar di capire se anche agli altri la Jones dava la stessa impressione di pochezza, alla fine del concerto ho chiesto un po' di commenti e quasi tutti avevano avuto la mia stessa impressione negativa.
Se non fosse stato per la sua avvenenza fisica, non credo che le avrebbero mai permesso di incidere un disco, si tratta di una becera operazione commerciale, e questo per il jazz e' triste, soprattutto per un'etichetta prestigiosa come la Blue Note.


Da allora la Jones ha fatto molta strada, eppure rimango della mia opinione: come cantante jazz non vale niente, ma come ho letto da qualche parte. E' quella che permette alla Blue Note di pagare le bollette, e allora tutto sommato, ben venga anche la Jones. ma non chiamatelo jazz.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Già, non chiamiamolo jazz. E' che è lei a non essere jazz.
La sua è roba che vende, in ogni caso. La sua interpretazione di the nearness of you è patetica; se vogliamo guardare al risvolto positivo della cosa, almeno, ha fatto conoscere uno splendido standard a quelli che pagano le bollette della Blue Note.. Ricordo che un'amica, un giorno, si presentò a casa mia per farmi ascoltare "una bella canzone di norah jones". L'ho ascoltata e, poi, le ho fatto ascoltare quella di Billie Holiday, di Charlie Parker e di Stan Getz. Mi ha risposto "belle anche queste"... che dovevo dire?

Anonimo ha detto...

Mah, almeno le sono piaciute:-)

Anonimo ha detto...

questo post mi piace un sacco

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo: musicalmente la Norah è una nullità, ma se serve a alla Blue Note per pagare dischi ben più interessanti, pazienza... teniamocela e lasciamo pure che qualcuno la creda un genio :-(