Con Flores Urbani oltre ad averci suonato moltissime volte dal vivo, incise nel 1986 un disco straordinario: "Easy To Love", forse uno dei più bei dischi di jazz italiano. Poco dopo la realizzazione di quel disco Luca Flores cominciò a star male. Questa è una testimonianza del pianista Giovanni Ceccarelli di un incontro fra Massimo Urbani e Luca Flores nel 1989:
... Andammo al Caffé Voltaire perché c'era Luca Flores che Massimo voleva salutare. Conobbi Luca che era un pianista geniale. Fu contentissimo di vedere Massimo il quale parlava continuamente e lo abbracciava. Luca non disse una parola, sorrideva soltanto. Mi ricordo che Massimo ordinò un carbonara e se la finì in dieci secondi. Il cameriere gli portò via il piatto e dopo un quarto d'ora Massimo girandosi verso il cameriere disse "Man, quando la porti la carbonara?" Forse l'unica cosa che Luca disse quella sera fu: "Massimo l'hai già mangiata"
(Da "L'avanguardia è nei sentimenti, vita morte e musica di Massimo Urbani, di Carola De Scipio)
Luca Flores
Per trovare i dischi di Luca Flores
I dischi di Luca Flores fino a qualche anno fa erano introvabili, sono stati ristampati dalla sua etichetta in seguito all'enorme richiesta successiva alla pubblicazione della biografia scritta da Walter Veltroni "Il disco del mondo" da cui è stato tratto questo film. Probabilmente ora ci sarà una richiesta maggiore, è possibile ordinarli su Jazzos.
Kim Rossi Stuart sull'interpretazione di Luca Flores
Tra le difficoltà dell’interpretazione, c’è stata sicuramente quella di raggiungere credibilità nella tecnica pianistica, ma sono testardo, per un mese e mezzo sono stato sempre a suonare il piano. Per entrare nello spirito di Flores, ho avuto poi a disposizione un materiale molto forte che bisognava solo emotivamente accogliere. Sto parlando delle vere lettere di Luca alle sorelle e al padre, oltre i materiali video della sua infanzia in Mozambico che mi sono stati forniti dalla famiglia. Un traino davvero forte per entrare nel suo commovente personaggio: il suo è stato un viaggio negli inferi. Scriveva spesso: "Vorrei poter suonare dentro una casetta di plastica, quelle da giardino, e che la gente mi potesse ascoltare rimanendo fuori»
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Titolo: Piano, Solo
Regia: Riccardo Milani
Interpreti:
Kim Rossi Stuart - Luca Flores
Paola Coltellesi - Barbara Flores
Michele Placido - Giovanni Flores
Jasmine Trinca - Cinzia
Visto al Cinema Moderno, Anzio
2 commenti:
http://danielepoesie.blogspot.com/
Stabile follia è per luca Flores
forse il senso vero sta proprio lì, in quella virgola tra le parole "piano" e "solo". se si volesse riportare una possibile indicazione timbrica indicata in partitura, si scriverebbe senza virgola. la virgola apposta, invece, crea una cesura. scinde i due significati che sono, difatto, gli estremi del carattere, della vita e del destino di luca: il piano e la solitudine. io l'ho conosciuto. si sedette vicino a me in piazza del campo a siena, durante un seminario. era sera. ero solo. lui si sedette lì e restò in silenzio per almeno trenta minuti. poi rispondendo ad una domanda stupida che gli avevo fatto durante il seminario, mi chiese: allora, l'hai trovata la "bibba" del jazz? sorrise da dietro la sua barba e se ne andò.
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