3 agosto 2011

La legge che proibisce lo sconto sui libri

A certe notizie viene dato pochissimo risalto nei media nazionali, questa per esempio è stata ignorata dalla maggior parte delle principali testate giornalistiche e radiotelevisive con l'unica eccezione del Sole 24 Ore. I nostri governanti li vediamo in televisione che fanno sempre finta di litigare, ma poi quando si tratta di promulgare leggi che vanno contro l'interesse dei cittadini sono sempre tutti d'accordo. E' stata infatti approvata al senato, con il voto di entrambi gli schieramenti politici (ad eccezione di due radicali) una norma che limita gli sconti sui libri, rispetto al prezzo stabilito dall'editore. Cito dal Sole:
compresa la cessione per corrispondenza, anche per e-commerce (spezzeremo le reni ad Amazon!), è permesso uno sconto massimo del 15%. Sono possibili promozioni per un solo mese all'anno (non dicembre, il migliore per le vendite) in cui lo sconto può arrivare al 25%; il 20% lo si potrà applicare alle fiere e manifestazioni internazionali tipo il Salone del Libro di Torino. Sconti liberi, invece, per libri antichi, rari, fuori catalogo o pubblicati da almeno 20 mesi. Saranno i comuni a vigilare sul rispetto della legge, la cui violazione sarà punita con severe sanzioni pecuniarie.
La scusa usata dai nostri legislatori è che in questo modo si salvaguardano le piccole botteghe contro il potere economico dei centri commerciali, delle grandi catene tipo Feltrinelli o dei siti come Amazon, IBS o BOL.
Ma cito ancora dal Sole:
Vediamo i difetti della legge. Prima di tutto l'ambizione del legislatore di entrare in ogni più piccolo dettaglio del mercato è sconcertante: promozioni , ma solo per un mese; sconto del 15% lì, del 20% là e libero per i libri usati (bontà sua). Un editto orwelliano alle vongole che se non fosse così dannoso farebbe sorridere. Il difetto fondamentale, naturalmente, è quello di emanare un diktat contro il consumatore e l'efficienza economica.

Nessuno con una faccia seria può affermare che obbligare per legge a tenere i prezzi più alti favorisce i compratori. Le tariffe obbligatorie, poi, deprimono anche il mercato nel suo complesso, perché diminuiranno le vendite e la diffusione dei libri, in barba alle finalità di protezione del "pluralismo dell'informazione" e di "diffusione della cultura" sbandierati dai promotori della normativa.
Aggiungo io che non è affatto un caso se i principali giornali hanno ignorato la notizia. Chi c'è infatti dietro La Repubblica? Il gruppo editoriale L'Espresso, leggi Feltrinelli. E chi invece dietro il Corriere della Sera? Il gruppo RCS, leggi Rizzoli. Non parliamo poi di Mondadori che appartiene a Berlusconi... Gente che ha solo da guadagnarci con questa legge...
L'articolo completo dal Sole 24 Ore, a firma di Alessandro De Nicola, potete leggerlo QUI

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