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2 gennaio 2017

Oltre il rumore

Dopo l'acquisto avevo rimandato la lettura di questo ebook alle vacanze di Natale, (che non ho fatto, ma ho comunque trovato il modo di leggerlo.) Non credo di aver mai letto un libro su internet, e non l'avesse scritto Antonio Pavolini, che ho avuto il piacere di conoscere ai tempi d'oro dei podcast indipendenti e dei barcamp, probabilmente non avrei mai letto neanche questo. Forse perché mi ritengo abbastanza scaltro da riuscire a muovermi nei meandri della rete senza problemi. Eppure si è rivelata una lettura sicuramente interessante. Me l'aveva detto subito Antonio: "ti riconoscerai in alcune situazioni", e in effetti è vero. Diciamo subito che non è uno di quei libri in cui l'autore si vanta di essersi collegato alle prime BBS coi modem a legna degli anni 90 e poi fare la prima paginetta web su Geocities e via discorrendo. Il succo del libro è tutto nel sottotitolo "Perché non dobbiamo farci raccontare internet dai giornali e dalle TV". Viene fatta un'attenta analisi del rapporto fra media tradizionali (giornali TV, radio) e quelli ormai neanche più tanto nuovi che hanno una connotazione prettamente online. Ampio spazio viene dedicato ai "social". Nel vario caos di questo genere di siti mi sono perso Tumblr, non so, non mi ci sono mai trovato, c'era un periodo in cui avevo deciso di "degooglizzarmi" e spostai il mio blog su questa piattaforma, per tornare poi subito su blogger visto che tumblr, che mi sembrava più che altro un twitter pompato, non faceva al caso mio. Manca forse un'analisi di quello che almeno secondo me me è un fenomeno relativamente nuovo della rete: Reddit (usatissimo dai vari media tradizionali come Repubblica e Corriere dove trovano tutti quei video bizzarri che generano molti click). Ma va detto che in Italia, non ha ancora preso piede come in America dove è fra i siti più visitati. Anche per me è una scoperta relativamente recente, mi piace perché vi si ritrova quella sorta di "anarchia" dei vecchi gruppi di discussione di Usenet che sui vari social è andata perduta, e la ragione viene ben spiegata nel libro: una delle cose che mal sopporto di Facebook è la difficoltà di andare a ritrovare un vecchio post nella propria bacheca; per non parlare dei gruppi, luogo dove le discussioni sono effimere e se non salviamo qualcosa che troviamo davvero interessante sarà estremamente difficile andarlo a ripescare alla distanza di solo qualche mese. Perché come spiega Pavolini questi social sembrano voler fare in modo di diseducarci alla memoria, al ricordo, alla riflessione, al confronto, alla verifica. E anche quando sulla bacheca di FB ti spunta un vecchio post di anni fa chiedendoti se vuoi condividerlo, è una scelta sua, non nostra. Questo perché i nuovi fruitori dei social sono persone abituate ai media tradizionali, telespettatori abituati alla fuggevolezza dei contenuti che si vedono propinare non per loro scelta.

7 agosto 2009

L'attacco a Twitter e i giornali italiani

I giornali italiani quando parlano di Internet continuano a non capirci niente. Ora va di moda scrivere di Twitter per la funzione mediatica che questo strumento ha avuto durante il terremoto dell'Aquila e per i disordini in Iran. Ma se ne scrive a sproposito; innanzitutto continua a essere chiamato "social network" quando secondo me non lo è per niente (se per social network intendiamo un sito dove rimanere in contatto con gli amici tipo Facebook). Comunque ieri è stato dato grande risalto sia su Repubblica che sul Corriere all'attacco sferrato contro twitter da alcuni fantomatici hacker. Repubblica mette questo attacco addirittura in relazione con il discorso di Obama sulla riforma della sanità americana. Oggi i media americani specializzati in tecnologia riportano cosa è successo veramente: in pratica l'attacco di DoS ( Denial of Service)) è stato sferrato a un singolo blogger georgiano (La Georgia europea) colpendo i suoi account su Twitter, Facebook, Livejournal e Blogger. Probabilmente il tutto va ricondotto ai dissapori fra Russia e Georgia ed probabile che l'attacco sia stato sferrato da hacker russi. Facebook e gli altri servizi hanno retto bene la botta, Twitter evidentemente aveva meno difese ed è rimasto bloccato per un paio d'ore.

10 luglio 2009

La chiusura di Geocities

Ho appena ricevuto questo blando comunicato da Yahoo:
Dear Yahoo! GeoCities customer,
We're writing to let you know that Yahoo! GeoCities, our free web site building service and community, is closing on October 26, 2009.
On October 26, 2009, your GeoCities site will no longer appear on the Web, and you will no longer be able to access your GeoCities account and files.

Per chi non capisce l'inglese in sostanza mi dicono che Geocities chiude e dal 26 ottobre la mia paginetta su quel sito non sarà più disponibile. In realtà a quanto pare la notizia è nota da mesi, ma l'ho saputo solo con questa email. Non è un grande problema. Ormai erano anni che non la rinnovavo. Ma un po' mi dispiace, era il 1996 e Geocities era l'unico spazio dove era possibile creare un sito web gratuito. Acquistai un manuale HTML e misi su la mia prima paginetta; aveva uno di quei tipici URL lunghi che chi ha un po' esperienza di internet ricorderà:
http://www.geocities.com/BourbonStreet/7059/
BourBon Street era il "quartiere" del jazz. Quel piccolo sito fu il primo embrione di questo blog.
Nel 1999 Geocities venne acquistato da Yahoo, ma i responsabili di questa società si sono sempre rivelati degli inetti. Ad esempio, di lì a poco sarebbe cominciato il fenomeno della blogosfera e non sono riusciti ad inserirsi.
Spero non scompaia dal web quel microcosmo di scritti poesie, pensieri e "paleoblog" che popolarono il Web1.0, quelle mille paginette di Geocities con l'URL lungo con le quali ancora oggi ci imbattiamo quando effettuiamo qualche ricerca su Google.
Per fortuna che c'è sempre l'Internet Archive. Ecco come compariva Geocities nel 1996, quando mi iscrissi io.

1 dicembre 2008

Pownce chiude i battenti

Apprendo da Cnet che Pownce, la piattaforma di microblogging scopiazzata da Twitter, fra due settimane chiuderà i battenti. Pare sia stata acquistato da Six Apart (quelli di Livejournal, Movable Type e Typepad) e che verrà integrato, insieme ai due unici dipendenti, nel social network Vox.

Non ne sentiremo la mancanza.

16 gennaio 2008

La CIA dietro Facebook?

Avvertenza: questo è un post complottista!

Credo di essere stato uno dei primi a scrivere di Social network in Italia in un post datato 19 novembre 2003, MySpace e Facebook non erano ancora popolari, anzi credo che neanche esistessero, c'era Tribe, che benché sia stato uno dei primi siti sociali non ha avuto le stesse fortune dei due che ho menzionato poco fa. Già allora mi chiedevo quale potesse essere l'utilità di questi aggregatori, e devo dire che me lo chiedo tuttora.

Per MySpace possiamo fare un discorso a parte perché è molto usato da musicisti, i quali sono soliti fare cose più creative che mettersi a cazzeggiare su internet e lo usano come mezzo promozionale. MySpace inoltre è odiatissimo da geeks e nerds della rete per l'aspetto grafico delle pagine di molti utenti che non rispettano assolutamente gli standard web. Geeks e nerds che invece amano molto Facebook. Se non hai il tuo spazio su Facebook ormai sei fuori. E dunque anche io mi ci ero iscritto, ma non l'ho trovato per niente utile, una specie di concentrato di internet fatto apposta per non farti uscire da lì. Ma se voglio frequentare un forum preferisco i newgroup, o al limite una mailing list. Inoltre continuavo a ricevere inviti fastidiosi per applicazioni e altra roba inutile e ho cercato di cancellarmi, ma pare la cosa sia impossibile, si può soltanto disattivare l'account, ma i tuoi dati rimangono nel loro database.

Comunque il motivo per cui ho dciso di scrivere questo post, non è tanto per criticare Facebook, ma per spiegare cosa c'è dietro. Molto illuminante a tale scopo è stata le lettura di un interessantissimo articolo di Tom Hodgkinson pubblicato il 14 gennaio scorso sul Guardian, che è la fonte principale per questo post.

Consideriamo il Board, i capi, quelli che comandano, insomma chi c'è dietro Facebook: Mark Zuckerberg, Peter Thiel e Jim Breyer

Mark Zuckerberg
Mark Zurbregger (classe 1984) è il tipico geek, asso del computer che ha inventato Facebook mentre era studente ad Harvard, il sito divenne in breve tempo molto popolare fra gli studenti della prestigiosa Università americana, ma a noi interessano di più gli altri due, quelli che ci hanno messo i soldi e che, di fatto, lo controllano.

Peter Thiel
Peter Thiel (classe 1967) è un mago della finanza multimilionario che va in giro con una McLaren da 500.000 dollari e ha un maggiordomo in livrea, è stato amministratore e co-fondatore di PayPal (Poi venduto a Ebay). Pare sia uno di quei capitalisti voraci che per raggiungere i propri obiettivi non guarda in faccia a nessuno. Una specie di Gekko, il finanziere senza scrupoli interpretato da Michael Douglas nel film Wall Street. Ha investito 500.000 dollari su Facebook agli inizi.
Insieme a David O. Sacks, ha scritto un libro intitolato: The Diversity Myth: 'Multiculturalism' and the Politics of Intolerance at Stanford. un attacco dettagliato al liberalismo e alle ideologie multiculturali che dominano all'Università di Stanford in California. Secondo lui la multicultura conduce a una diminuzione delle libertà individuali. I due a Stanford fondarono anche un giornale di estrema destra che viene ancora pubblicato The Stanford Review il cui motto è Fiat Lux!

Peter Thiel inoltre è membro dell'associazione ultraconservatrice The Vanguard il cui scopo è quello di ridisegnare l'America e il globo secondo valori conservatori in cui prevalga il libero mercato e il governo abbia un potere limitato.

E PayPal venne creato proprio perseguendo questi valori: Per Thiel, PayPal era una questione di libertà: permettere alla gente di evitare i controlli sulla valuta e far muovere i soldi in tutto il mondo (Trad. art. citato)

Jim Breyer
Ma veniamo al terzo investitore, meno famoso ai geeks degli altri due, ma non meno importante. E' entrato in Facebook nell'aprile del 2005 portando un investimento di 12,7milioni di dollari per conto della Accel Partners, una società di venture capital per mezzo della quale questo individuo risulta anche nei booard di Wal-Mart, la più grande catena di supermercati americana, e della Marvel la società di fumetti che detiene i diritti dell'Uomo Ragno, i Fantastici 4 etc. Jim Breyer è stato anche a capo della National Venture Capital Association, (NVCA) la potente associazione di chi investe nello Zuckerberg di turno, gente che sta davvero nelle stanze dei bottoni.

Ancora più preoccupante è un successivo flusso di dollari che sono stati versati su Facebook. la Greylock Venture Capital ha infatti investito sul social network la somma di 27,5 milioni di dollari. Fra i dirigenti della Greylock figura Howard Cox, anche lui ex capo della NVCA che è anche fra i dirigenti della In-Q-Tel, che credeteci o no è la società no-profit di Venture Capital della CIA!!!
C'è scritto chiaramente sul loro sito (Clic su MISSION->Our AIM):
In-Q-Tel identifies and partners with companies developing cutting-edge technologies to help deliver these solutions to the Central Intelligence Agency and the broader U.S. Intelligence Community (IC) to further their missions.

Come giustamente scrive il giornalista del Guardian la CIA ama le nuove tecnologie perché se ne serve per spiarci meglio.

Mi fermo qui, l'articolo sul Guardian che vi consiglio caldamente di leggere rivela moltre alte cose interessanti, io ho già sforato di parecchio la brevità che di solito caratterizza il post di un blog, e soprattutto di questo blog. Quello che mi interessava era mettervi la pulce nell'orecchio...

Se ti è piaciuto questo post, forse potrebbe interessarti un mio vecchio post complottista: Le Mani Sulla Rete

30 maggio 2007

La CBS acquista Last.fm



Last.fm, il "social network" musicale con base a Londra, molto poplare fra i blogger è stato acquistato dalla rete americana CBS per una cifra pari a 280 milioni di dollari. Meno dei 1,65 miliardi pagati da Google per YouTube ma sempre una bella cifretta.
Fondato nel 2002 da Martin Stiksel e Felix Miller in una stanzetta a Whitechapel, East London, Last.fm traccia i gusti musicali di oltre 15 milioni di utenti in tutto il mondo, fornisce stazioni radio personalizzate, mette in contatto con persone che hanno gli stessi gusti musicali per condividere raccomandazioni di nuovi artisti secondo le logiche del Web2.0.

23 aprile 2007

Fon blocca gli annunci Adsense

Sono impazzito per capire il motivo per cui non riuscivo a vedere gli annunci adsense. Nessun annuncio su nessun sito: è un problema del router La Fonera
È incredibile ma è così, Google è sponsor di Fon eppure blocca gli annunci di Adsense e impedisce perfino di scaricare la Gmail tramite client Pop.
Per risolvere il problema è necessario utilizzare dei server DNS alternativi, altrimenti Fon usa i suoi che non vi consentono una fruizione al 100% dei contenuti internet.
Chi non gradisce la pubblictà magari è contento, ma siccome in rete esistono molti programmi per filtrare la pubblicità, se voglio bloccare gli annunci lo decido io, non Fon, e non mi hanno neppure mandato una mail per avvisarmi.
Per ovviare al problema utilizzate OpenDNS.

23 febbraio 2007

Doretta di MSN

Per cercare di contrastare la supremazia di Google nel campo dei motori di ricerca, la Microsoft si è inventata Doretta, una ragazza mezza svampitella che ha un blog e chatta con tutti, provate per credere, aggiungete il contatto doretta82@live.it a MSN messenger. Doretta dice di fare la ricercatrice, nel senso che vi aiuta nelle ricerche in internet... in realtà dietro c'è un "bot", si tratta cioè di un personaggio virtuale, programmato per darvi determinate risposte a seconda degli input che riceve, e vi fa fare delle ricerche direttamente dalla finestra di chat.

24 gennaio 2007

La Silicon Valley? Si è trasferita in Europa

A Monaco di Baviera si è appena conclusa la conferenza Digital Life Design . Il New York Times ne parla con un articolo su come le start-up europee si stiano facendo largo nell'imprenditoria della rete imitando le aziende della Silicon Valley. Vengono menzionati alcuni esempi di successi del Vecchio Continente a partire da Skype, il cui co-fondatore svedese Niklas Zennstrom ha appena dato vita a un nuovo progetto denominato Joost che vuole essere un tentativo di "prendere le cose buone dalla televisione, e le cose buone da internet e metterle insieme". Dalla Germania arriva il social network per gli affari Xing, sul modello di Linkedin; dalla Francia l'aggregatore online Netvibes, in cui uno dei primi investitori è stato Martin Varsavsky, il creatore della rete di condivisione Wi-Fi FON, che ha base in Spagna.
Unico rammarico, l'Italia è assente, e di questo se ne è anche discusso al BarCamp di Roma...

Leggi l'articolo sul New York Times:

Move Over Silicon Valley, Here Come European Start-Up

26 luglio 2006

A chi vanno i profitti di Wikitravel?

Uno dei più interessanti progetti nati dal software e dai principi di Wikipedia è Wikitravel, una ricca collezione di guide turistiche sempre aggiornate dagli stessi utenti proprio grazie al meccanismo del Wiki. E' recente la notizia che Wikitravel e un sito simile, World66, sono stati acquisiti dalla società Internet Brands, che, in base a quanto riporta news.com, vorrà trarne del profitto. A Wikitravel ho partecipato anche io, non ho mai scritto articoli interi (quelli li riservo per il blog) ma ho arricchito e corretto molte guide turistiche, e chiaramente a me dei soldi pagati per Wikitravel non è entrato un centesimo. Questa è la solita fregatura dei siti collaborativi e della Creative Commons che io da "cane sciolto" anarchico della rete ho sempre criticato*: utenti offrono tempo, risorse e conoscenze per metterle a disposizione della comunità scrivendo guide turistiche per Wikitravel e World66, siti visitatissimi che generano introiti che però vanno in tasca a pochi...

* Miei post sulla Creative Commons:
Addio alla Creative Commons
Ancora sulla Creative Commons
Le mani sulla rete

21 aprile 2006

Gli eredi Miró contro Google per il logo


Qualcuno avrà notato che ieri il logo di Google era dedicato al pittore Joan Miró per celebrarne l'anniversario della nascita.
Il logo che vedete in questo post però è durato poco; la Artists Right Society che cura gli interessi della famiglia di Miró, ha chiesto a Google che venisse rimosso immediatamente

Theodore Feder della Artists Right Society ha dichiarato che c'erano delle opere protette dai diritti d'autore raffigurate nel logo. "E' una distorsione dei lavori originali, e viola i diritti morali dell'artista."

Google ha dichiarato al Mercury News che avrebbero tolto il logo per onorare la richiesta, ma che a suo giudizio non c'era nessuna violazione di copyright nell'inziativa.

Quello che vorrei chiedere al Signor Feder è se invece i diritti morali e la dignità dell'artista rimangono tutelati da iniziative commerciali come questa:



Fonte: San Jose Mercury News

29 dicembre 2005

Tim Berners-Lee e l'evoluzione del web

Il fatto che un paio di settimane fa Tim Berners-Lee, l'inventore del WWW abbia aperto un blog è notizia già vecchia, ma pochi credo si siano soffermati ad analizzare l'importanza di quanto da lui scritto nel suo primo post, che poi sono gli stessi concetti che ebbe modo di esprimere in una intervista alla BBC lo scorso agosto.

Nel 1989 uno degli obiettivi del WWW era di essere uno spazio dove dividere informazioni. Sembrava evidente che era destinato ad essere uno spazio in cui tutti avrebbero pututo essere creativi e a cui tutti avrebbero potuto contribuire. Il primo browser era in realtà un browser/editor, che permetteva di modificare una pagina e salvarla sul web a patto di avere i permessi di accesso.

Per qualche strano motivo il web decollò piuttosto come mezzo per la pubblicazione, in cui la gente scriveva offline. Per quanto bizzarro possa sembrare la gente preferiva modificare le pagine editando le buffe parentesi ad angolo dell'HTML e non chiedeva un editor visuale (il primo editor/browser di Tim Berners-Lee era visuale . ndb). Il WWW divenne presto pieno di cose interessanti, ma non uno spazio peer progetti comuni, per argomenti che richiedevano redazioni in comune.

Oggi, nel 2005 abbiamo i blog e i wiki, e il fatto che siano così popolari mi fa ritenere che non fossi così pazzo a pensare che la gente avesse bisogno di uno spazio creativo.

Il primo post del blog di Berners-Lee è stato talmente "bombardato" di commenti di persone che lo ringraziavano per avergli cambiato la vita che ha dovuto eliminare la possibilità di commentare:

So thanks for all the support, no need for more general 'thank you' comments! Thank *you* all.


Ci sarebbe da chiedersi come mai il web abbia impiegato così tanto tempo a diventare ciò per cui era stato originariamente progettato, credo che uno dei motivi principali vada cercato nello sviluppo che hanno avuto gli strumenti informatici; guardate la schermata con il primo browser nell'immagine più in basso, si tratta di un computer su cui girava NeXT Step, un sistema opertivo all'avanguardia che era anni luce avanti ai due principali sitemi usati all'epoca: Windows 3.1 e il MacOS. Motivi commerciali hanno fatto sì che questo sistema rimansse relegato per lo più nei centri di ricerca (La Apple in seguito acquistò NeXT e su di questo sviluppò il MacOS 10).
Inoltre agli inizi degli anni '90 le connessioni non erano né veloci, né diffuse come oggi. La mia presenza sul web risale più o meno al 1996, quando aprii la mia prima paginetta su Geocities, e in un certo senzo questo blog è uno sviluppo naturale di quella vecchia paginetta. Ha ragione Berners-Lee, passavamo ore a editare le nostre pagine con il Blocco Note e rimanevano una sorta di vetrina un po' statica. Cercavamo di imitare le pagine più famose che vedevamo all'epoca. Gli strumenti per così dire "sociali" c'erano anche se non erano sviluppati come oggi. C'era ad esempio l'immancabile "Guest Book" che in seguito venne spazzato via dalla possibilità di commentare gli articoli nei blog; ma mancava il dinamismo che caratterizza un blog. Potevano passare mesi prima che una pagina venisse aggiornata, e non tanto per la mancanza di strumenti visuali, perché questi in seguito uscirono fuori e diventarono di uso comune, ma per l'impossibilità di trovare il modo di organizzare un sito web in modo omogeneo senza dover spendere molto tempo a modificare menù, aspetto grafico etc, no una volta non c'erano i template i CMS e i CSS, per cambiare la grafica di un sito era necessario modificare tutte le pagine, e pensare che il primo browser/editor di Berners Lee, sempre lui, quello nella foto sotto, permetteva di modificare lo stile di una pagina cambiando il "foglio di stile", proprio come facciamo oggi, modificando un semplice file CSS possiamo cambiare l'aspetto di un sito anche molto complesso.



Il primo browser di Tim Berners-Lee (clic sull'immagine per vederla ingrandita) su un computer NeXT Step, questa è una versione del 1993. Gli utenti Linux noteranno come il Window Manager "Window Maker" si sia ispirato a questo sistema operativo.

12 settembre 2005

eBay acquista Skype per 2,6 miliardi di dollari

Quello che colpisce è la cifra astronomica. Non sono un esperto di economia ma 2,6 miliardi di dollari mi sembra una cifra un tantino esagerata per l'acquisto di Skype. Che cosa ne farà eBay? Aste telefoniche? Forse, ma si prospetta una piattaforma integrata per l'e-commerce:

Once we integrate communications into e-commerce, we think that (Skype) is going to remove considerable friction.


Fonte: Zdnet

21 agosto 2005

Le mani sulla rete

Chi è la persona che più di tutti sta cercando di influenzare le sorti di Internet? Bill Gates? No, Steve Jobs? Nemmeno, forse qualche grande azienda come Google o Yahoo? No.

Può essere che ci sia un complotto, un'associazione che in qualche modo stia cercando di prendere possesso di Internet? Lo so detta così può sembrare una follia di fantapolitica, ma se cerchiamo di osservare più da vicino gli strumenti che utilizziamo tutti i giorni con il nostro computer, ci accorgiamo che forse esiste davvero una sorta di "Spectra" neanche tanto segreta che si cela nella rete.

Mettiamo di voler in qualche modo prendere il controllo di Internet, da dove partiremmo? Dal browser ovviamente, che è lo strumento che state usando in questo momento e che è indispensabile per fruire della maggior parte dei servizi disponibili in rete.
Il Leader rimane sempre Internet Explorer, ma da un po' di tempo si sta facendo largo Mozilla Firefox come valida alternativa, dietro Firefox c'è la Mozilla Foudation e da poco è stata creata la Mozilla Corp. Bene andiamo a vedere chi c'è nel comitato direttivo:

  • Mitchell Baker, President, Mozilla Corporation and Board Member, Mozilla Foundation

  • Frank Hecker, Director of Policy, Mozilla Foundation

  • Karim Lakhani, Open Source Researcher, MIT

  • Tristan Nitot, President, Mozilla Europe

  • Joichi Ito, Board Member, Mozilla Foundation

  • Chris Blizzard, Board Member, Mozilla Corporation


Dopo il browser avrei bisogno di controllare tutto il software che viene usato su Internet e non solo. La Open Source Initiative è un'associazione nata con lo scopo di promuovere il software "Open Source", da non confondersi con il Software Libero di cui si occupa la Free Software Foundation, in netto contrasto con la OSI.
Vediamo chi c'è dietro la OSI:

  • Michael Tiemann - President

  • Danese Cooper - Secretary/Treasurer

  • Russell Nelson

  • Joichi Ito

  • Bruno Souza

  • Chris DiBona

  • Rishab Aiyer Ghosh

  • Sanjiva Weerawarana

  • Eric S. Raymond - Founder & President Emeritus


Continuiamo con il nostro gioco, state leggendo un blog, e i blog ultimamente costituiscono un ottimo strumento per influenzare l'opinione pubblica. Six apart è una delle principali società che fornisce strumenti per la crezione di blog, ad essa infatti fanno capo le piattaforme Movable Type, Typepad, e Livejournal.
Nella pagina "About" di Typepad si legge:

Six Apart is a privately held company funded by August Capital and Neoteny Co., Ltd.

E chi è il "president & Ceo" della Neoteny?:

  • Joichi Ito


Ma devo dare un ordine a tutto lo scibile umano che è possibile trovare nella blogosfera, mi serve un indice, un motore di ricerca che mi informi in tempo reale su tutto ciò che sta accadendo nel web. Per questo utilizzo Technorati, andiamo a dare un occhiata al Management Team di Technorati:

  • David L. Sifry, Founder and CEO

  • Adam Hertz, Vice President of Engineering

  • Joichi Ito, Vice President of International Business and Mobile Devices

  • Teresa Malo, Chief Financial Officer

  • Richard Ault, Director of Product Marketing

  • Liz Westover, Director of Developer Relations

  • Tantek Çelik, Chief Technologist


Mi serve anche una licenza per dare una parvenza legale a tutto quello che gli ignari blogger scrivono, in questo modo posso controllarli meglio. Per far questo mi servo della Creative Commons.
Vediamo chi c'è dietro la CC:

Creative Commons was founded in 2001 with the generous support of the Center for the Public Domain. It is led by a Board of Directors that includes cyberlaw and intellectual property experts James Boyle, Michael Carroll, Molly Shaffer Van Houweling, and Lawrence Lessig, MIT computer science professor Hal Abelson, lawyer-turned-documentary filmmaker-turned-cyberlaw expert Eric Saltzman, renowned documentary filmmaker Davis Guggenheim, noted Japanese entrepreneur Joichi Ito, and public domain web publisher Eric Eldred.

Non abbiamo ancora finito, cos'è che smuove i soldi in internet a parte il porno? La Musica. Le vendite di brani in formato digitale crescono in maniera esponenziale ogni anno. Senza contare la larga diffusoione di lettori Mp3 su cui possiamo ascoltare i nostri CD dopo averli trasformati in file musicali digitali.
Avrete notato che quando infilate un CD audio nel vostro lettore del computer, se siete collegati a internet verranno automaticamente scaricati i titoli dei brani. Questo servizio è fornito da alcuni database musicali disponibili in rete. Windows Media Player e iTunes usano servizi commerciali, rispettivamente AMG e Gracenote, Winamp e la quasi totalità dei programmi free invece si servono del servizio gratuito fornito da FreeDB. Questi database sono realizzati dagli stessi utenti che ascoltano musica, nel momento in cui inseriamo un CD non presente nel database infatti, verremmo invitati a scrivere a noi i titoli in modo che tutti quelli che ascolteranno quello stesso CD in seguito potranno scaricare i titoli dei brani.
A far concorrenza a AMG, Gracenote e FreeDB da poco è arrivato un nuovo soggetto: MusicBrainz. Per finanziare questo servizio è stata creata una fondazione: MetaBrainz
Indovinate un po' chi c'è nel Board of Directors di questa fondazione? Bravi avete indovinato:

  • Director Dan Brickley of W3C and the FOAF Project

  • Director Cory Doctorow of Electronic Frontier Foundation

  • Director Joichi Ito of Neoteny Co. Ltd.

  • Director Lawrence Lessig of Stanford Law School and Creative Commons

  • Executive Director Robert Kaye of the MetaBrainz Foundation


Board davvero impressionante non trovate? Mi chiedo perché...

Uno dei siti che si serve di MusicBrainz è last.fm, una specie di social network musicale. Joichi Ito nel suo blog ne parla così:

Disclaimer: They are friends and I've been "helping them out" a bit... Not that I should get ANY credit for the great stuff they are doing.

Insomma gli ha dato una mano a 'sti ragazzi... ma qual'è esattamente il servizio fornito da last.fm? Come ho detto è una specie di social network musicale con i forum, gli "amici" e una particolarità in più: dal loro sito è possibile scaricare Audioscrobbler, un plug-in per i principali lettori multimediali (Windows Media Player, Winamp, iTunes e altri) che invia a last.fm tutti i dati della musica che ascoltate. In questo modo potete ricevere delle "raccomandazioni" sul modello di quelle fornite da Amazon: chi ha ascoltato questo brano ha ascoltato anche...
Ora francamente non so a voi, ma a me non piace molto l'idea di avere un software che registra e invia tutti i dati della musica che ascolto, faccio tanto per stare attento a non prendermi spyware!

Bene in questo modo posso avere il pieno controllo anche della musica ascoltata in rete...

Abbiamo giocato? Un po'... ma mica tanto, credo ci sia veramente da preoccuparsi, questo Joichi Ito è un fancazzista prezzemolino che passa il suo tempo in giro per i comitati direttivi delle varie fondazioni o una sorta di Licio Gelli tecnologico? Non dimentichiamo che finanzia e co-dirige la 3dsolve, il cui principale cliente è l'esercito americano...

Link Correlati:
Un articolo su Joichi Ito di Michele Bottari su Zeusnews
Un articolo di Danilo Moi
Un articolo su liberazione del 17 agosto di Stefano Bocconetti

AGGIORNAMENTO (21/08/05): Ho aggiunto Technorati alla lista dato che ieri notte, probabilmente per l'ora tarda, me ne ero dimenticato.

AGGIORNAMENTO (22/08/05): Ho aggiunto il link a un articolo su Liberazione che mi è stato segnalato nei commenti (grazie Mario)

AGGIORNAMENTO (24/08/05): Mi è stato segnalato per email che Ito è anche nel board del'ICANN, la società preposta all'assegnazione dei nomi di dominio e Ip, praticamente Internet!!! (Grazie Danilo)

AGGIORNAMENTO (26/08/05): Michele Bottari di Zeusnews ha scritto un editoriale dedicato a quasto post, Thanks!!!

29 luglio 2005

Nel progetto Mutopia

Da oggi faccio ufficialmente parte del progetto Mutopia! E' già da un po' che sto digitalizzando i miei primi due spartiti usando Lilypond, il sistema di scrittura musicale GNU.
Si tratta di due riduzioni per piano di due celebri marce di J. P Sousa: Washington Post e Stars And Stripes.
Potete ascoltare queste due marce da un mio vecchio post da cui è possibile scaricare gli Mp3 suonati da due bande americane.

Visto che la cosa può sembrare in contrasto con quanto ho scritto riguardo la Creative Commons e l'esercito americano tengo a precisare ancora una volta che Sousa è stato un grande compositore e il fatto che in America le sue marce siano considerate "Patriottiche" non toglie nulla al valore della sua arte e citando me stesso (nel post su Sousa):


Sì perché per me queste musiche di Sousa incarnano quei valori di Libertà e Progresso che da bambino forse ingenuamente vedevo negli Stati Uniti, e che Bush e il suo cucuzzaro NON rappresentano. Diciamo che le vedo come una versione musicale della Statua della Libertà.

11 maggio 2005

Myvirtualband: All The World's A Stage

And all the men and women merely players.

Scusate la citazione Shakespeariana ma mi serviva per presentare Myvirtualband. Si tratta di un sito in cui musicisti di tutto il mondo possono suonare assieme standosene comodamente a casa e utilizzando la registrazione multitraccia. E' sufficiente un PC, una scheda audio e del software per la registrazione multitraccia (ad es. Audacity che è gratis e multipiattaforma) Il concetto è abbastanza semplice:
Joe sta a Kansas City, ha in mente un riff con la chitarra ma al momente non trova nessun musicista per aggiungere basso e batteria, così registra il riff, trasforma il file in Mp3 e lo manda a Myvirtualband.
Jim sta in Australia scarica il file, decide di collaborare registrando la traccia della batteria e ricarica il file. Mario sta a Roma ed è bassista, scarica il file e ci aggiunge la traccia del basso, e così via. Da una traccia di partenza il progetto può svilupparsi in modi infiniti. Ai musicisti è richiesto di rilasciare tutti i lavori con licenza Creative Commons "Share Alike".
Trovo sia un modo originale e creativo per sviluppare nuovi concetti musicali e mi sto attrezzando per partecipare anche io.

5 novembre 2004

Mozilla Party

Il 19 novembre a Roma presso il Linuxclub in via Libetta 15c (zona Mercati Generali) si svolgerà il MOZILLA PARTY: MOZILLA CAA PAJATA!! Per festeggiare l'uscita della versione ufficiale 1.0 del browser FIREFOX! Inizio ore 21:00

Intervenite tutti! Con l'occasione magari ci facciamo anche una birra insieme!

L'ingresso è libero e potete iscrivervi QUI. Nella pagina sono elencati tutti i Mozilla Party in Italia (se siete a Milano potete iscrivervi a quello che si terrà sabato 20 novembre in questa città.)

Mozilla Firefox è un browser (il programma che si usa per navigare il web) alternativo a Internet Explorer.

  • E' gratuito

  • E' più veloce

  • E' più sicuro

  • E' più facile da usare

  • Riduce il rischio di Virus, Spyware e altri software dannosi

  • La navigazione "a schede" è comodissima e appena comincerete ad usarla non ne potrete più fare a meno.

  • Blocca automaticamente le finestre di popup.


Get Firefox!
Mozilla Firefox: riprendiamoci il web!

L'evento è stato organizzato da Tommaso

16 settembre 2004

Yahoo acquista Music Match

La notizia del giorno è che Yahoo ha acquistato il lettore multimediale Music Match per 160 milioni di dollari ed entra nel mercato della vendita di musica online. Music Match è un buon programma ma lo trovo troppo pesante, ha un ottimo servizio di radio digitali e permette anche la creazione di mp3. Saraà interessante vedere come verrà trasformato da Yahoo. C'è da aspettarsi ad esempio che il servizio Launch venga integrato nel programma.

Fonte: News.com

19 novembre 2003

I Social Networks

Dove va la rete? Sembra prediliga sempre più i rapporti sociali, l'ultima novità dopo i Blog sono i "social networks" delle reti relazionali che si creano fra amici, poi amici di amici e così via. Lo scopo sarebbe quello di creare una sorta di "mondo" in cui ogni membro è fidato in quanto è sicuramente un amico, o un amico di un amico etc etc. Sì ma a che servono? Mah, ho creato un network su Tribe e sto sperimentando. In teoria se abbiamo bisogno di qualcosa nel "network" possiamo sempre trovare qualcuno disposto ad aiutarci, appunto perché fa parte di tutta quella catena di "amici di amici" di cui sopra. Non ci trovo niente di particolarmente innovativo. Su Tribe poi si entra in relazione anche con utenti di altri network tramite le cosidette "tribù" che tutto sommato non mi sembrano poi così diverse dai classici forum. Alcuni siti sono specializzati in network che coinvolgono attività professionali. Degli investitori pare si stiano già muovendo, leggete in proposito questo interessante articolo su Wired.